Per poter fornire una giusta risposta a quanto sopra, iniziamo con il ricordare che in un organismo in salute, le piastrine in circolo all’interno del nostro corpo sono comprese tra le 150 mila e le 300 mila unità per milionesimo di litro di sangue.
Da ciò ne deriva che si parla generalmente di piastrine basse quando si scende al di sotto delle 150 mila unità per milionesimo di litro di sangue, sfociando in una condizione che in gergo medico è spesso conosciuta con il nome di piastrinopenia. Intuibilmente, però, non tutti i deficit di piastrine possono essere valutati in maniera omogenea.
Se vi state domandando quali siano le determinanti alla base di questa condizione da approfondire, sappiate che – come peraltro abbiamo sopra cercato di anticipare – non è affatto semplice individuarle. Di fatti, numerose possono essere le cause delle piastrine basse, e non tutte – fortunatamente – devono necessariamente far pensare a scenari potenzialmente gravi.
Facendo un pò di ordine tra quelle più ricorrenti, una prima area di riferimento può certamente essere ricondotta all’insufficiente produzione di piastrine da parte del nostro organismo, che è a sua volta dovuta a malattie come l’anemia, la leucocitosi o la leucopenia. È inoltre possibile che le piastrine basse possano essere determinate da una situazione di leucemia o di mieloma multiplo, o ancora da aplasia del midollo (in tale ambito, è l’anemia di Fanconi di origine genetica la causa più diffusa, unitamente a infezioni virali gravi non curate).
Scorrendo ancora la lista delle possibili cause di questo scenario, ricordiamo altresì come tra le ulteriori determinanti delle piastrine basse troviamo sicuramente la scarsa piastrinopoiesi, che è a sua volta determinata dalla carenza di vitamina B12 (principalmente, ma non solo), o ancora a una condizione in cui le piastrine sono quantitativamente basse a causa soprattutto dell’aumento della loro fisiologica distruzione da parte del nostro organismo.
Infine, è anche possibile includere come il numero di piastrine sia basso a causa del loro eccessivo utilizzo da parte del nostro organismo, che in alcune ipotesi può condurre a una distruzione di ampi numeri delle stesse: si pensi – tra le varie declinazioni – alle emorragie interne ed esterne, all’eccessivo flusso mestruale, e così via.
La condizione determinata dalle piastrine basse può essere spesso riconosciuta attraverso l’analisi di una serie di sintomi che possono essere facilmente individuabili nell’eccessiva predisposizione ai sanguinamenti e agli ematomi in seguito a lesioni o pressioni sul corpo. Altri sintomi legati alla presenza delle piastrine basse possono inoltre essere astenia, tracce di sangue nelle feci, nelle urine o dal naso. È tuttavia possibile che le piastrine siano basse anche senza sfociare in particolari sintomi quali quelli che sopra sono stati parzialmente e sinteticamente riassunti, e che non sono dunque riconoscibili fino a quando non si procede con l’effettuazione di un esame del sangue.
Ma come si possono fronteggiare le piastrine basse? Quali sono le principali terapie che è possibile condividere con il proprio medico per poter cercare di porre freno a questo scenario?
Iniziamo con il ricordare che per il trattamento delle piastrine basse, i farmaci più utilizzati sono sicuramente rappresentati da quelli cortisonici e dagli immunosoppressori. Come intuibile, la scelta del medicinale più adatto per fronteggiare la specifica situazione dovrà essere effettuata dal proprio medico di fiducia, che pondererà la sua valutazione sulla base della causa che sta alla base del disturbo avvertito dal proprio paziente. Dunque, come spesso abbiamo già avuto modo di rammentare in questo sito, il miglior primo passo per la risoluzione di qualsiasi fastidio, compreso quello legato all’emersione di una condizione di piastrine basse, non può che essere quello di parlarne con il dottore di famiglia e, eventualmente, uno specialista.
Per quanto intuibile, il medico vi indicherà anche alcuni trattamenti che ridurranno i principali fastidi e i sintomi determinati dalla presenza di piastrine basse, sulla base della reale gravità della condizione, della causa all’origine di questo scenario e delle altre cause concomitanti o secondarie.
Senza avere delle pretese di esaustività, possiamo ad esempio rammentare che se i pazienti sono soggetti a sanguinamenti abbondanti, potrebbe essere utile assumere dei concentrati piastrinici che possano ripristinare il congruo livello di piastrine nel proprio organismo. Se invece i casi sono anciora più gravi, e le piastrine si trovano al di sotto delle 10 mila unità per milionesimo di litro di sangue, si dovrà invece necessariamente ricorrere alle trasfusioni in ambito ospedaliero.
Ad ogni modo, come peraltro vi abbiamo già ricordato qualche riga fa, non sempre le piastrine basse possono essere ricondotte a situazioni così serie e così pregiudizievoli per il proprio organismo. Esistono infatti dei casi meno gravi, in cui il trattamento delle piastrine basse potrà essere opportunamente ponderato con una crescente attenzione all’alimentazione quotidiana. Alcuni rimedi semplici ma piuttosto efficaci per i casi meno gravi prevedono infatti ad esempio una maggiore dose di vitamina C e, più in generale, un’alimentazione che possa favorire il consumo di cereali, legumi, carni e pesce, spinaci, lenticchie e altre sostanze che possono apportare giusti quantitativi di fibre e di ferro.
Un cenno di particolare attenzione dovrà poi essere attribuito nel caso in cui il paziente affetto da piastrine basse stia affrontando una gravidanza. In questo caso, infatti, la cura non potrà che essere individuata dal consulto medico dell’ematologo, dell’immunologo e – ovviamente – del ginecologo, che valuteranno i benefici e i rischi di ogni trattamento.
Come facilmente riscontrabile, per poterne sapere di più sull’esame del sangue finalizzato a diagnosticare eventuali piastrine basse, e sui trattamenti per questa condizione, vi consigliamo di consultare il vostro medico di fiducia, che potrà indicarvi la migliore strada per poter tornare a un pronto benessere!