I sintomi di questo tumore sono legati essenzialmente al punto esatto in cui si è sviluppato, ma anche alla formazioni di eventuali metastasi. Oltre 8 pazienti su 10 che soffrono di microcitoma riportano una sintomatologia non superiore ai tre mesi. È molto meno frequente che al momento della diagnosi non sia insorto alcun tipo di sintomo. Nella maggior parte dei casi, infatti, questo tumore insorge come una lesione che si sviluppa con grande facilità a partire dalle vie aeree e arriva fino al mediastino. Nella maggior parte dei casi i pazienti che soffrono di microcitoma manifestano tosse, dispnea e dolore al torace. Solamente una bassa percentuale soffre di emottisi. Altri sintomi, un po’ meno frequenti, sono la riduzione del peso corporeo, l’astenia e la mancanza di appetito. Il microcitoma si caratterizza per essere il tumore che colpisce i polmoni che nella maggior parte dei casi è legato a dei sintomi medianistici, come raucedine e disfagia, oltre alla sindrome della vena cava superiore. Nel momento in cui viene eseguita la diagnosi, due volte su tre i pazienti che hanno un microcitoma presentano delle metastasi alle ossa, al fegato, al midollo osseo oppure al sistema nervoso centrale.
Cause
Esattamente come la maggior parte dei tumori, anche per il microcitoma non si conoscono ancora le cause esatte. Tra i principali fattori di rischio troviamo sicuramente il fumo di sigaretta e l’inquinamento dell’ambiente. Nella maggior parte dei casi, la “colpa” è legata anche agli oncogeni, che permettono di dare il via alla mutagenesi reale. La nicotina sicuramente è una protagonista in negativo: chi fuma più di 40 sigarette ogni giorno per un ventennio ha la probabilità di circa il 60-70% in più di dover fare i conti con questo tumore polmonare in confronto a chi non ha mai fumato.
Diagnosi
Nel momento in cui il medico pensa che il paziente possa soffrire di un tumore polmonare, allora è importante seguire un determinato e preciso iter diagnostico, in maniera tale da raggiungere un risultato efficace e una conclusione il più veritiera possibile. Può essere utile dare un’occhiata anche all’anamnesi della famiglia. Il percorso diagnostico, in ogni caso, deve prevedere un esame clinico in grado di comprendere i potenziali sintomi che caratterizza il microcitoma polmonare; una broncoscopia, che consente di eseguire un esame citologico che va di fatto a confermare o meno la diagnosi; la radiografia o la Tac del torace, che consentono di rilevare la potenziale associazione linfonodale; il dosaggio dei marcatori tumorali, in cui vengono eseguite svariate misurazioni relative al sangue e ad altri liquidi dell’organismo. Nel caso dei tumori ai polmoni, i due marcatori maggiormente impiegati corrispondono all’enolasi neurone-specifica e ad altri marcatori neuroendocrini. Altri esami che vengono spesso eseguiti sono la Tc o Rm dell’encefalo, per rilevare la possibile presenza di metastasi cerebrali, la toroscopia, mediastinotomia e la mediastinoscopia, che però sono decisamente più invasive. Infine, mediante la FDG-PET si possono trovare all’interno del corpo del paziente i focolai di quelle cellule che hanno metabolismo modificato per colpa del tumore.
Terapia
Contrastare il microcitoma polmonare non è semplice e tutto varia in base alla fase in cui si trova la malattia. Nella maggior parte dei casi, la cura per tale patologia corrisponde alla chemioterapia. Questo trattamento viene eseguito tramite la polichemioterapia per un numero di cicli compreso tra 4 e 6. Il microcitoma che colpisce i polmoni, inoltre, si caratterizza per una certa sensibilità nei confronti degli agenti alchilanti, ma anche rispetto ai derivati del platino. In tutti i pazienti anziani, la chemioterapia insieme alla radioterapia presenta dei rischi più elevati, soprattutto per quanto concerne la tossicità. La radioterapia sul torace non può essere eseguita sui pazienti anziani che abbiano diverse comorbidità, oppure la cui aspettativa di vita sia molto bassa o le loro condizioni di salute siano negative. Quando sono presenti anche delle metastasi cerebrali, allora è necessario eseguire la radioterapia encefalica.