Per cercare di comprendere la natura del colesterolo alto, cominciamo con il ricordare che i livelli di colesterolo nel nostro sangue possono essere influenzati da numerose determinante, e non tutte facilmente gestibili.
Tra le principali, non possiamo che ricordare l’elemento “dieta”: le abitudini alimentari possono infatti rappresentare una causa che può favorire la crescita del colesterolo nel sangue sebbene – contrariamente a quanto si possa pensare! – non è la determinante principale nella nascita di un colesterolo su livelli che sarebbe bene attenzionare con particolare attenzione.
Di fatti, se l’apporto giornaliero di colesterolo mediante la nostra alimentazione risulta essere elevato, la colesterolemia aumenta in maniera lieve, e meno radicale rispetto a quanto sarebbe intuibile pensare. In questi scenari all’interno del nostro organismo si attiva infatti un meccanismo automatico, che cerca di mantenere invariato l’equilibrio dell’ambiente interno: un elevato apporto di colesterolo mediante l’alimentazione fa dunque in modo che il nostro corpo diminuisca il ritmo di sintesi endogena, autoregolamentandosi, fin che può. Ed ecco spiegato il motivo per il quale l’influenza dell’alimentazione sulla colesterolemia totale è circa pari al 15%.
Naturalmente, quanto sopra non sta a significare che si possa semplicemente dimenticare quanto sia importante l’alimentazione per il giusto controllo del colesterolo nel sangue, e non solo. Oltre all’apporto di colesterolo, infatti, una dieta errata può apportare al nostro organismo un eccesso di calorie e acidi grassi saturi, che a loro volta possono contribuire ad incrementare la colesterolemia.
Di contro, una buona dieta, sobria ed equilibrata, povera di zuccheri, e con pochi acidi grassi saturi (con ricchezza di quelli insaturi) può giocare un ruolo favorevole nel contenimento del colesterolo.
Colesterolo, le altre cause che lo modificano
A conferma della ricchezza di determinanti che possono influenzare più o meno positivamente l’evoluzione dei livelli di colesterolo nel sangue, possiamo citare tra le principali cause di incremento della colesterolemia una ridotta attività della tiroide (ipotiroidismo); d’altro canto, invece, una elevata concentrazione di ormoni, tipica dell’ipertiroidismo, può ridurre i livelli di colesterolo.
Ancora, gli estrogeni sono in grado di abbassare il colesterolo alto, mentre – di contro – gli androgeni possono aumentare la colesterolemia. Ed ecco spiegato il perchè il rischio cardiovascolare è generalmente maggiore nell’uomo rispetto alla donna, e sale in maniera importante dopo la menopausa.
Tra le ulteriori determinanti che possono variare i livelli di colesterolo, anche il diabete (che si accompagnata a una situazione di colesterolo alto, considerato che la malattia non trattata può aumentare la mobilizzazione dei lipidi). Infine, ricordate che un’attività fisica di natura aerobica, se svolta in maniera regolare, può aumentare i livelli di colesterolo HDL, fa diminuire la pressione arteriosa e comporta una ricca serie di benefici al proprio organismo.
Come possiamo accorgercene?
Il colesterolo alto è una condizione spesso molto pericolosa, poichè non produce alcun sintomo nei pazienti. Le uniche eccezioni, per altro abbastanza rare da verificarsi, sono quelle legate alle ipotesi di ipercolesterolemia familiare omozigote, dove a causa degli altissimi livelli di colesterolo ematico, il colesterolo può depositarsi nella pelle, nei tendini e nelle cornee, o ancora sotto forma di placche su gomiti, ginocchia, natiche.
Come abbiamo già avuto modo di ricordare, il fatto che il colesterolo alto sia “silenzioso”, non significa che sia privo di conseguenze per il paziente (anzi!). Il colesterolo alto rappresenta infatti uno dei più gravi rischi per le malattie cardiovascolari con – purtroppo – il riconoscimento del primato di essere la principale causa di morte nei Paesi industrializzati, come l’Italia.
In maniera ancora più dettagliata, al colesterolo alto è ricollegata spesso la comparsa dell’aterosclerosi, che è una malattia di natura degenerativa delle arterie di medio e grosso calibro, a cui – in maniera costante e progressiva – viene pregiudicata sia la portata che l’elasticità. Di fatti, nelle pareti interne delle arterie colpite da questa malattia, si iniziano a formarsi delle lezioni infiammatorie, arricchite negativamente da depositi di grassi e di cellule immunitarie. Proprio a causa di questi depositi, le arterie sono più inclini alla rottura e possono rappresentare un grave ostacolo alla normale circolazione del sangue all’interno del nostro organismo.
A questo punto, ci venga permessa una piccola parentesi. Se è pur vero che l’aterosclerosi non sempre è provocata in maniera principale da un colesterolo alto, è anche vero che proprio il colesterolo alto, unitamente ad altri fattori di rischio come il fumo, il sovrappeso, l’ipertensione, la sedentarietà, e così via, può costituire un pregiudizio molto serio per il nostro benessere, rendendosi dunque uno dei protagonisti della comparsa della malattia di cui sopra.
A proposito di aterosclerosi, si ricorda inoltre come questa malattia, nelle sue prime fasi, sia del tutto priva di sintomi. Tant’è che molti pazienti iniziano ad essere interessati da processi aterosclerotici fin dalla giovane età, per poi aggravarsi decenni più tardi (di norma, dai 50 anni in poi). Proprio quando la malattia è oramai consolidata, iniziano quindi a intravedersi i primi sintomi, come la sensazione di dolore all’altezza del torace, con impressione di costrizione, crampi durante la camminata, mal di testa, confusione mentale, e così via.
Cosa fare
Contrariamente a quanto si possa superficialmente pensare, il trattamento del colesterolo alto non è immediatamente giudicabile attraverso la sola analisi del colesterolo totale. Di fatto, se da un lato è pur vero che il colesterolo alto è un serio nemico per il nostro benessere, poichè non fornisce alcun segno tangibile di presenza, nè alcun sintomo diretto, è anche vero che si può facilmente gestire e monitorare il suo andamento mediante un comune esame del sangue.
È proprio per la facilità della sua analisi che, a partire già dai 20 anni in su, è consigliabile procedere a periodici esami del sangue, tenendo dunque sotto controllo il colesterolo. L’esame potrebbe essere ripetuto in questa giovane età anche una sola volta ogni 3-4 anni, salvo diversa indicazione medica (generalmente, nell’ipotesi in cui possano esservi dei fattori ereditari). Il colesterolo non subisce infatti quasi mai oscillazioni rapide nel corso di pochi mesi, e – dunque – potrebbe essere utile ripetere l’esame solo a ampie distanze (diverso è invece il discorso per quanto concerne pazienti in età più avanzata, o persone che hanno già una situazione nota di ipercolesterolemia).
Per quanto infine concerne il trattamento – che andrete comunque a condividere con il vostro medico – il primo approccio correttivo è certamente quello dietetico e igienico, puntando alla riduzione del colesterolo alimentare e dei grassi saturi. Il medico suggerirà pertanto di consumare più pesce, legumi e cereali integrali, frutta e verdura, e abbassare i consumi di burro, dolci, formaggi grassi, sale, alcolici, latte intero.
Viene inoltre consigliata un’attività fisica costante e quotidiana, l’interruzione del fumo, la gestione ottimale dello stress quotidiano. In caso di necessità, si può anche ricorrere a farmaci specifici che possano essere utilizzati in sinergia e in integrazione (e mai in sostituzione!) dei consigli sopra espressi.